Una domanda che ci siamo posti in molti, almeno una volta. Qui si parla di e-mtb ma possiamo estendere il ragionamento a tanti altri settori: lo sci, la racchetta da tennis, la scarpa da footing ma anche la moto, la macchina e tanto altro.

Il mercato ci offre tante alternative, dalle più economiche a quelle più costose.

Nel nostro caso è difficile capire come si possa partire da un migliaio di euro per arrivare a superare i 15.000 euro per alcuni modelli premium.

Sono ebike differenti, non c’è dubbio, ma se pensiamo che con 4-5-6 mila euro troviamo mezzi con caratteristiche costruttive di tutto rispetto, come si può arrivare a più del doppio con biciclette a pedalata assistita che svolgono, di fatto, la stessa funzione?

Noi abbiamo voluto andare a fondo per valutare i motivi del si (“chi più spende meno spende”) e quelli del no (“le e-bike premium sono troppo care”).

Thok: Gram VS Gram RC.

Abbiamo scelto due e-mtb con lo stesso telaio in modo da avere geometrie e comportamenti dinamici analoghi: La Thok Gram (leggi la nostra recensione della Gram) e la Gram RC e le abbiamo messe in confronto in una prova comparativa.

Cambia la colorazione ma la forma e la sostanza sono le stesse, con telaio full carbon e conformazione mullet.

Le differenze sono sulla componentistica, che è quello che fa lievitare il prezzo:

  • Sospensioni: la Rc monta la forcella Fox 38 Float Factory Kashima da 180 mm in luogo della Fox 38 Rhythm da 170 mm. L’ammortizzatore della RC è il Fox X2 Float Factory Kashima invece del Fox Float DPS;
  • Freni: Shimano Deore XT per la RC, Sram DB8 per l’altra;
  • Cambio elettronico Sram GX Eagle AXS che sostituisce lo Sram NX Eagle sempre a 12 velocità;
  • Manubrio Renthal Fatbar Carbon per la RC, in alluminio Thok oversize per la sorellina;
  • Display Shimano LCD a colori per la RC invece di quello più piccolo e monocromatico dell’altra;
  • Mezzo kg in meno per la RC.

Quanto incide tutto questo sul prezzo di listino? È presto detto, sono 2.500 Euro tondi tondi.

Economicamente non c’è discussione, la differenza di prezzo si giustifica tutta, prezzi di listino dei componenti alla mano. Ma è davvero necessario spendere questi soldi in più?

La valutazione di un “ebiker della domenica”.

“Io non faccio gare, neanche con gli amici! Mi piace fare un All Mountain con qualche digressione su percorsi più tecnici e, quando capita, anche sui trail preparati con sponde e saltini, da affrontare a velocità “allegre” ma mai eccessive. Quando lascio un po’ di più i freni mi diverto molto ma la velocità mi fa anche paura, non ho più l’età per cercarmi dei rischi inutili …”. “Mi piacciono le cose belle, anche se costano un po’ di più. Però di questi tempi bisogna fare attenzione a non andare oltre al proprio budget di spesa!”.

Ecco il profilo di Giorgio, nome di fantasia di un ebiker che prenderemo come riferimento per stilare la nostra valutazione. Come molti di noi fa un po’ di tutto, ma senza mai esagerare. Va in bici da sempre e quindi è in grado di percepire le differenze fra componenti di diverso pregio e destinazione d’uso.

Abbiamo deciso di farle provare in ordine di prezzo: prima la Thok Gram, che conosciamo bene perché è in corso un long test, e poi la Gram RC.

La prima sensazione appena sali in sella alla Thok Gram RC.

La posizione in sella è uguale a quella della sorellina, d’altronde il DNA delle E-Mtb in prova è volutamente lo stesso. Eppure, Giorgio ha avuto una sensazione differente, istintivamente più che razionalmente.

Sulla RC sembra tutto più morbido, malgrado il SAG sia stato regolato nello stesso modo, le sospensioni sembrano più “accoglienti” rispetto al suo peso.

La prima manata sulle leve dei freni da fermo restituisce una corsa più corte, secca, un po’ meno spugnosa dell’impianto Sram.

Si parte, le prime pedalate con la Thok Gram RC.

Alle prime pedalate segue un po’ di disorientamento: il cambio elettronico ha i tasti molto sensibili, con una corsa cortissima e, soprattutto, con funzionamento opposto rispetto a quello meccanico della Gram. Se Giorgio pigia il tasto in basso il cambio seleziona una marcia più lunga e non quella più corta come su tutti i cambi meccanici. È un automatismo che richiede del tempo per abituarsi. In alternativa, per chi alterna biciclette con cambi differenti, si può programmare l’inversione dei tasti. Ma poi c’è la sensibilità: complice la stagione fredda e i guanti spessi, le prime cambiate di Giorgio non sono andate tutte a buon fine.

Proviamola sui Trail!

Dopo il primo contatto su terreno urbano siamo partiti per testarle nel loro ambiente naturale. Qui il cambio elettronico ci ha regalato cambiate fulminee al punto che non ci si accorge quasi del cambio marcia. E altrettanto precisa, senza rumori. Giorgio ne ha apprezzato le qualità nei passaggi più tecnici in saliscendi, dove la marcia giusta al momento giusto è fondamentale per non piantarsi.

Avrebbe fatto altrettanto con la Gram? Forse si, il cambio elettronico è anche un feticcio, un piacere che va oltre la reale necessità. È come avere un iPhone o un telefono di media gamma: ci telefoni con tutti e due, ma maneggiare una “mela” da un’altra soddisfazione.

Le impressioni dinamiche a confronto.

Se avete letto la nostra prova della Gram sapete già che è un attrezzo che ama andare forte: è molto maneggevole ma allo stesso tempo fornisce quella sicurezza e stabilità necessarie per andare davvero forte in discesa. Cosa succede passando dalla Gram alla RC? Che la percezione di sicurezza nel veloce aumenta di uno step. Giorgio non è un agonista e non ama rischiare l’osso del collo. Ma con la Rc ha mollato di più i freni, perché ha avuto la percezione di andare più piano.

È successo perché l’impianto frenante della RC ha una maggiore potenza di frenata e le sue staccate sono più controllate e precise. Shimano XT è un po’ “secco” nella decelerazione ma al contempo è anche sufficientemente modulare per garantire staccate sempre in sicurezza. Se non fosse stato un XT la differenza sarebbe stata comunque percepibile: un impianto più potente ti trasmette la sensazione di avere tutto sotto controllo anche quando la velocità cresce. Se Giorgio non deve strizzare la leva per frenare, dopo poche frenate tende ad usarla meno, a ritardare la frenata prima della curva o dell’ostacolo.

La RC spiana i trail.

Ma non è solo una questione di freni. La prima sensazione di Giorgio sulla morbidezza delle sospensioni è stata confermata appena è arrivato sui trail.

È una sensazione strana: rispetto alla Gram la RC da l’impressione che i percorsi siano meno accidentati. È più morbida nell’assorbire le asperità, e anche più sensibile, ma al tempo stesso sostiene in velocità e infonde una maggiore sicurezza.

Anche le reazioni al manubrio sono molto più filtrate, grazie alla forcella da 180 mm che con il trattamento Kashima ha una scorrevolezza maggiore, e grazie al manubrio in carbonio che smorza le vibrazioni di alta frequenza.

Tutto ciò si amplifica proporzionalmente in base alle asperità del terreno ma non necessariamente solo andando forte: anche a bassa velocità e in salita, la maggiore sensibilità e scorrevolezza del mono ha regalato a Giorgio una maggiore trazione e, di conseguenza, una marcia in più nell’arrampicarsi nei tratti più tecnici.

Conclusioni: e-bike premium o no?

Leggendo questa comparativa si potrebbe pensare che le ebike premium siano pensate per chi le vuole sfruttare fino in fondo, ebikers che vanno davvero forte.

Non è il caso di Giorgio come non lo è per la maggior parte di chi ha acquistato questo genere di ebike.

Perché? La risposta è semplice: perché le sensazioni che trasmettono i componenti di alto livello gratificano e soddisfano tutti quelli che hanno una sensibilità ed esperienza per poterne percepire le differenze.

Il neofita forse non se ne accorgerà perché non ha parametri di paragone ma anche lui ne trarrà dei vantaggi, anche se inconsciamente.

Un’ultima domanda: ebike premium o E-Mtb customizzata?

Qui entra in gioco l’esperienza e la sensibilità del biker: per capire cosa e come modificare la propria ebike bisogna essere molto esperti e non sempre si è in grado di capire cosa sia necessario cambiare per migliorarla. Si rischia di spendere la stessa cifra, ma anche di più, solo più diluita nel tempo. E forse non avere un prodotto omogeneo come può esserlo uno testato dalla casa madre. E con un minore valore commerciale nella rivendita.

In conclusione…

La prima scelta è ovviamente economica ma è guidata da cosa ci aspettiamo dalla nostra e-bike. Non bisogna demonizzare le ebike premium solo perché costano più di una moto. Ma neanche prenderle a occhi chiusi solo perché sono il top, se poi ci si vuole andare a fare la spesa. Ma se ci fa star bene, e ce le possiamo permettere, allora forse va bene anche così!

 

Al prossimo  Test, senza dimenticare il calendario dei nostri Tour  e i corsi di guida.