“Mi compro una E-Bike Front?”
La domanda è ricorrente sui vari gruppi e blog online e spesso la risposta è “NO”!
L’orientamento comune è che una Front sia un punto d’ingresso nella pedalata assistita ma che soddisfi per troppo poco tempo l’esigenza di avere una ebike con cui fare di tutto.
Ovviamente parliamo di Mountain Bike elettriche perché per le bici da strada è già tanto che ci sia una forcellina ammortizzata per smorzare i sobbalzi al manubrio. Recentemente abbiamo visto anche delle Ebike da Trekking con due ammortizzatori: sono il punto di collegamento fra le emtb e le bici da strada, adatte per viaggi di più giorni perché agevolmente attrezzabili con portapacchi e borse laterali.
Ma ritorniamo alla nostra domanda: se abbiamo capito le tante tesi di chi ci dice di non comprarla, ci piacerebbe capire perché le aziende continuino a produrle. E perché si vendano.
Alpek Nitro
Per rispondere a questa domanda abbiamo effettuato un test a 360° con una Front di produzione italiana, la Alpec Nitro che si porta via a meno di 3.000,00 Euro. Di questa azienda abbiamo già pubblicato la prova della loro attuale top di gamma All Mountain (ma è in preparazione una E-Enduro): la Alpek Evoke Pro di cui qui trovate la recensione e il video della prova (https://www.e-biketour.net/alpek-evoke-pro/).
Per mettere alla prova la Alpek Nitro abbiamo approfittato di una bella giornata in montagna a seguito di una settimana molto calda che ha sciolto la neve anche a media quota nei versanti più esposti al sole. Così abbiamo avuto la possibilità di salire su mulattiere militari, diversamente inaccessibili in questa stagione primaverile, arrivando fin dove l’innevamento ci ha consentito (e anche un po’ oltre, sulla neve).
Un itinerario completo perché è iniziato su asfalto, proseguito su sterrato e completato con passaggi molto accidentati e con pendenze importanti. Il tutto condito con un terreno pietroso con sassi smossi che si spostano sotto le ruote, i veri nemici dei bikers.
Su strada
Il peso molto contenuto rispetto a certe full “estrogenate”, le ruote da 29” con una tassellatura scorrevole e la rigidità del telaio al posteriore che permette di scaricare a terra tutta la potenza della nostra pedalata, ci hanno dato la sensazione di una bicicletta più agile e scattante rispetto alle ebike a cui ci siamo ormai abituali. Per certi versi è un passo indietro perché ci si avvicina di più alle biciclette che abbiamo utilizzato quando non era ancora disponibile l’aiutino elettrico, più essenziali ma non per questo meno divertenti.
Pedalare su asfalto a motore spento è un piacere: si, il peso in più si sente quando la strada inizia a salire, ma in pianura e falsopiano la necessità di accendere l’assistenza elettrica non si sente quasi.
Il motore spento, o sul livello di assistenza zero, non produce trascinamenti e quindi la pedalata non viene penalizzata se non dal peso maggiore del motore e della batteria ma compensato da una cura dimagrante sul resto della bici. Non conosciamo il suo peso reale ma quello percepito è decisamente favorevole e rende il mezzo agile e divertente anche su strada.
Quando si accende il motore, un insolito ma molto interessante Bafang M500, la situazione cambia un po’. Non ci dilunghiamo su questo argomento: per un approfondimento vi rimandiamo alla nostra recensione del motore da ebike Bafang M500 che abbiamo pubblicato qualche tempo fa (https://www.e-biketour.net/test-bafang-m500/).
Qui vi riportiamo solo alcune sensazioni pertinenti al nostro test: quando accendiamo il motore, dicevamo, la situazione cambia perché a fronte di un aiuto fluido e discreto dell’assistenza dobbiamo fare i conti con un effetto di trascinamento e di “freno motore” che si presenta appena superati i 25 km/h di legge. Volete andare forte? Se non siete in salita meglio disattivare l’assistenza, se la strada sale utilizzate il motore e accontentatevi di andare a 25 km/h con una pedalata senza sforzo eccessivo. Per contro il Bafang M500 ci accompagna con un rumore molto contenuto e con una dolcezza di erogazione encomiabile, soprattutto se settato su 9 possibili livelli di assistenza (se ne possono impostare anche 5 o 3, a scelta).
In salita
Le quote ciclistiche del telaio in alluminio 6061 idroformato sono quelle tipiche di una Cross country (XC) e quindi ci aspettiamo grandi cose in salita, soprattutto su quelle più ripide. Ed è proprio così, la ruota davanti non tradisce mai la traiettoria impostata perché lo sterzo non si alleggerisce sull’anteriore, anche sui ramponi più verticali.
Quello che ci ha stupito favorevolmente è l’efficacia generale quando la salita diventa più accidentata e tecnica, dove una Full permette di copiare meglio le asperità e di non rallentare sugli ostacoli. Con la Front i saltelli si sentono, non spiana tutto come quelle con sospensioni a lunga escursione, ma la sua capacità di arrampicare anche in queste circostanze è soddisfacente e la pedalata è sempre agile e continua anche quando si devono superare gradoni e radici.
Quando è meglio una Front?
Qual è il vantaggio della Front? L’ammortizzatore, per quanto sia sofisticato il leveraggio del carro posteriore, assorbe una parte della potenza impressa sui pedali, che quindi non viene scaricata a terra. C’è il motore che ci aiuta, è vero, ma con un aiuto progressivo e sensibile alla spinta sui pedali come quello del Bafang M500, questa differenza si percepisce nettamente. In pratica, quello che si perde con il telaio rigido nello sconnesso, viene recuperato dalla maggiore efficacia della nostra pedalata. E, quando il terreno si fa più liscio, il bilancio può essere anche in favore della Alpek Nitro, come ad esempio sulle salite ripide che ci obbligano a cadenze più basse di quelle necessarie al motore per dare il meglio in termini di coppia, dove la potenza della nostra pedalata aiuta non poco a mantenere il ritmo giusto. Ovvio, tutto ciò a condizione che ci piaccia faticare un po’, che la nostra pedalata sia sufficientemente potente e, quindi, che si tragga soddisfazione anche dallo sforzo sui pedali e non solo dall’aiuto erogato dal motore.
Una soluzione per ex ciclisti senza motore, convertiti alla pedalata assistita per motivi di età, salute o semplicemente per scelta. Ma comunque persone per cui è importante contribuire fattivamente nella pedalata per far avanzare la bicicletta, quelli che amano fare la giusta fatica durante i loro percorsi a due ruote.
In discesa
Finita la salita si deve scendere ed è qui che si concentrano i maggiori commenti negativi da parte dei detrattori delle Front. Il telaio biammortizzato in discesa consente di assorbire meglio le asperità facendo aderire le ruote al terreno e quindi consentendo una maggiore sicurezza ad alta velocità. E anche un maggiore confort: è così, senza se e senza ma.
Tuttavia questo non comporta necessariamente un’andatura da lumaca: scendendo in fuoristrada con la Alpek Nitro, condotta con un po’ di mestiere, abbiamo comunque tenuto dei ritmi più che soddisfacenti. Si, ci vuole un po’ di esperienza per controllare i “saltelli” della bici sui salti e giù dai gradini, ma se la assecondiamo con una guida più “lasca”, senza la pretesa di una precisione millimetrica della traiettoria, il brio e il divertimento sono assolutamente assicurati e la sicurezza che ci trasmette ci invita a osare anche un po’ di più. Consci che stiamo entrando su un terreno per cui non è stata progettata, quello dell’All Mountain e dell’Enduro.
Un altro luogo comune è sulle discese molto tecniche dove la Full sembra prevalere nettamente. Con una Front, si dice, certi single track non si possono fare. Dopo la prova della Nitro abbiamo avuto la conferma che si tratta solo di una diceria. Anche in questi frangenti dobbiamo sapere quello che stiamo facendo, ma questo vale anche con una E-Enduro. Anzi, se l’ebike dà troppa confidenza a un neofita, c’è il rischio che vada oltre i suoi limiti e rischi di finire malamente la giornata.
Con la Alpek Nitro abbiamo iniziato con grande attenzione, soprattutto per le maggiori possibilità di ribaltamento in avanti con una ciclistica pensata per l’XC. Ma la sensazione è sempre stata di stabilità e sicurezza, con la ruota posteriore sempre controllabile con il nostro peso un po’ arretrato e la ruota davanti che non ci ha mai dato la sensazione di volersi impuntare o di chiudere lo sterzo. Invece, la leggerezza e agilità della Nitro ci hanno permesso una maneggevolezza più vicina alle MTB, con repentini cambi di traiettoria per cercare il terreno più favorevole per noi.
Insomma, ci siamo divertiti anche in discesa, e questo è un aspetto che non davamo per niente per scontato, ma molto importante quando si spendono molti soldi per un mezzo da usare nel tempo libero.
Per chi è la E-Mtb Front Alpek Nitro?
L’abbiamo già scritto qua e là in questa recensione, lo riassumiamo qui in sintesi:
- Per chi ama pedalare su percorsi prevalentemente scorrevoli e su strade sterrate e asfaltate
- Per chi apprezza fare il giusto sforzo nella pedalata e non vuole delegare la maggior parte della fatica al motore
- Per chi non ama la velocità assoluta in discesa, soprattutto su percorsi accidentati
- Per chi ha un budget limitato, in fase di acquisto ma anche di mantenimento (i costi di manutenzione di una Front sono nettamente più contenuti)
- Per chi vuole alternare il percorso quotidiano verso il lavoro, con portapacchi e parafanghi, a quello fuori strada (soft) nel tempo libero (montare parafanghi e portapacchi su una Full è un delirio!)
- Per chi ha sempre pedalato con piacere MTB Front e adesso ha bisogno di un aiutino in più.
Potremmo continuare ma crediamo che queste argomentazioni siano sufficienti per capire se è quella giusta per voi.
Per maggiori informazioni sulla Alpek Nitro, sulle sue caratteristiche tecniche e sulla gamma del produttore piemontese, potete consultare il sito web della Alpek (https://alpekbike.it/).